tag:blogger.com,1999:blog-172717282024-03-23T19:09:02.066+01:00Psicoblog: Psicologia MacerataBlog di psicologia e psicoterapia curato dal Dr. Roberto Blarasin, psicologo psicoterapeuta Macerata, Marche.Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.comBlogger169125tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-39948748927471845022011-08-19T23:49:00.001+02:002011-08-19T23:49:37.175+02:00Stanford Prison Experiment<div class='posterous_autopost'><div style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; color: black; text-align: left;">I protagonisti, a distanza di 40 anni:</div><a href="http://www.stanfordalumni.org/news/magazine/2011/julaug/features/spe.html">http://www.stanfordalumni.org/news/magazine/2011/julaug/features/spe.html</a></div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-42627600453392515272009-10-02T13:26:00.001+02:002009-10-02T13:26:38.616+02:00Psicopatia, comportamento antisociale e deficit nel riconoscimento della paura e della tristezza<p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs9B-bmi2-gEHIQz1O30_qDpv428PJVGGsVFfPW32JTN9B4CaB2cwuIieB_jT8Jd78bJ7-BQq2e4QzRmIRjdjNPUogR59-gt98QZtklGNoCHZiTldFc3dIate86XsFhjOmcBpXyw/s1600-h/ConfortoScimmiaBambino%5B3%5D.jpg"><img style="border-right-width: 0px; display: inline; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: 0px; border-left-width: 0px; margin-right: 0px" title="ConfortoScimmiaBambino" border="0" alt="ConfortoScimmiaBambino" align="left" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPZQkbs_nGQYtNjC_xzKkGieAmCZmUEwK6abiKhL49Tkjl1v9gbpHhMlYeTzQ9n5oSJmPmSOziIG3Cje_J841Z-dhYCF_sChqo2W_mK622yQQfwoZrnayUG6DLTec1_arfCB49lQ/?imgmax=800" width="124" height="163" /></a>Nel suo lavoro pionieristico finanziato dal <a href="http://www.nimh.nih.gov/science-news/2008/cold-unfeeling-traits-linked-to-distinctive-brain-patterns-in-kids-with-severe-conduct-problems.shtml" target="_blank">National Institute of Mental Health</a>, <a href="http://www.abigailmarsh.com/Abigail_Marshs_Lab/The_Lab.html" target="_blank">Marsh e colleghi</a> hanno esplorato come gli individui emotivamente freddi e insensibili tendano a mostrare un deficit cognitivo specifico: vale a dire, sono particolarmente poveri nel riconoscere e nel rispondere normalmente a espressioni facciali di paura (una "normale" risposta sarebbe l’interruzione dell’aggressione nei confronti di una persona spaventata o l’offerta d’aiuto). Curiosamente, il problema di tali individui non è relativo al<a>le espressioni del viso</a> in generale, in quanto riescono a decifrare espressioni di disgusto, rabbia, felicità e così via (al contrario di quanto accade a persone autistiche, le quali hanno problemi con quasi tutte le espressioni facciali di emozione). Piuttosto, è solo l'espressione della paura (e, in misura minore, della tristezza) che le persone con diagnosi di disturbo antisociale non riescono a inquadrare correttamente. Ciò spiega le persistenti tendenze antisociali, vale a dire, "un comportamento che viola i diritti e il benessere degli altri o infrange importanti regole normative."</p> <p>Tratto da: <a href="http://www.scientificamerican.com/blog/post.cfm?id=the-problem-with-psychopaths-a-fear-2009-09-29" target="_blank">Il problema con gli psicopatici: la paura non è un deterrente.</a></p> <div style="padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: inline; float: none; padding-top: 0px" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:abbeb014-5b8d-44e4-9f81-7787da74fddf" class="wlWriterEditableSmartContent">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/psicologo" rel="tag">psicologo</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicoterapeuta" rel="tag">psicoterapeuta</a>,<a href="http://technorati.com/tags/macerata" rel="tag">macerata</a>,<a href="http://technorati.com/tags/marche" rel="tag">marche</a>,<a href="http://technorati.com/tags/antisociale" rel="tag">antisociale</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicopatia" rel="tag">psicopatia</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicologia" rel="tag">psicologia</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicoterapia" rel="tag">psicoterapia</a></div> Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-70962082183468581442009-09-29T20:12:00.001+02:002009-09-29T20:12:06.160+02:00Cosa l’Intelligenza Emotiva NON è<p>Dell'intelligenza emotiva si affermano molte cose che in realtà con l’intelligenza emotiva hanno poco a che vedere. Gli articoli giornalistici hanno spesso equiparato l’intelligenza emotiva ad altri tratti della personalità. L'intelligenza emotiva, tuttavia, non è la gradevolezza e non è l’<a>ottimismo.</a> Non è la felicità. Non è la calma. Non è <a>la motivazione.</a> Queste qualità, anche se importanti, hanno poco a che fare con l'intelligenza, poco a che fare con le emozioni, e quasi nulla a che fare con la reale intelligenza emotiva. Anche alcuni psicologi hanno confuso l'intelligenza emotiva con tali qualità personali. John D. Mayer e colleghi hanno consigliato, in un recente articolo di American Psychologist:</p> <blockquote> <p>... gruppi di tratti di personalità ampiamente studiati, comprendenti le motivazioni come la necessità di realizzazione, i concetti riferiti a sé come <a>l'autocontrollo,</a> i tratti emotivi come la felicità e gli stili sociali come <a>l'assertività</a> dovrebbero essere chiamati per quello che sono, piuttosto che essere mescolati in assortimenti a casaccio che poi vengono inclusi nell’intelligenza emotiva (p. 514).</p> </blockquote> <p>Un altro equivoco diffuso circa l’intelligenza emotiva è che essa sia il miglior predittore di successo nella vita. EI non è certo il miglior fattore di predizione del successo nella vita - come è stato suggerito una volta sulla copertina della rivista TIME negli Stati Uniti. John D. Mayer e colleghi non hanno mai affermato una cosa del genere. Tale concezione sbagliata è nata tra il 1995 e il 1998 da una raffica di resoconti giornalistici basati su malintesi circa le scienze psicologiche.</p> <p>Tratto da: <em><a href="http://www.psychologytoday.com/blog/the-personality-analyst/200909/what-emotional-intelligence-is-and-is-not" target="_blank">What Emotional Intelligence Is Not</a></em></p> <div style="padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: inline; float: none; padding-top: 0px" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:c7e7437f-fb0d-44bb-93c9-cd7650e41525" class="wlWriterEditableSmartContent">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/psicologo" rel="tag">psicologo</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicoterapeuta" rel="tag">psicoterapeuta</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicologia" rel="tag">psicologia</a>,<a href="http://technorati.com/tags/psicoterapia" rel="tag">psicoterapia</a>,<a href="http://technorati.com/tags/macerata" rel="tag">macerata</a>,<a href="http://technorati.com/tags/intelligenza+emotiva" rel="tag">intelligenza emotiva</a></div> Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-1252404970880872362009-08-31T00:11:00.001+02:002009-08-31T00:20:19.032+02:00Windows Live Writer – Post di prova<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKTJRjL3jus-DzkXAV_ltI3tgYxWtN4RMRGDP-7GtovrhHaqTXE8VU-W9CWsmqz2GnDBsq_dpSaVBL74wqvd2uXMXRunhw3wjCqjR7nfsqtUaTSWjPzuwCi8VHQ88Vp_bMbQgLZA/s1600-h/RobXSito229171%5B2%5D.jpg"><img style="border-right-width: 0px; display: inline; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px" title="RobXSito229171" border="0" alt="RobXSito229171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf1e0QWAGJs-Qo0vsOjsrkIuRscrdzCq56D3qI2fsow_irqEUQTS4dyEJkmwYhhuqVR-mp4fLmuRM22Z788X4IpGfQk9LtForInt0KCCFOYanATXA4mA-ActRAuqO1VOu2TnJKoQ/?imgmax=800" width="233" height="175" /></a> <p>Sono incuriosito da <a href="http://windowslivewriter.spaces.live.com/default.aspx" target="_blank">Windows Live Writer</a> e lo sto provando sul mio blog di psicologia. Ne ho sentito parlare su <a href="http://lifehacker.com/" target="_blank">LifeHacker</a>.</p> <p>Posso inserire delle mappe:</p> <div style="padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: inline; float: none; padding-top: 0px" id="scid:84E294D0-71C9-4bd0-A0FE-95764E0368D9:62915b9f-d5fe-432e-abd4-3b5209f4f53a" class="wlWriterEditableSmartContent"><a href="http://www.bing.com/maps/default.aspx?v=2&cp=43.30166~13.44261&lvl=16&style=r&mkt=it-it&FORM=LLWR" id="map-1324c0d2-9f30-4df8-b384-4105fb34affe" alt="Visualizza mappa" title="Visualizza mappa"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJRMBI9fAGQSXI5qJKAl76eKf28QIz5P1hVdkvk7ZRuMyJuj7wLzsJg5ii0NdtZenrfblYuomCabI4BsQaWyGtBid7kIY8aPan9ye5lxickq1zVbnQAqRIoR-gz8VSlyzF5lb4Bg/?imgmax=800" width="320" height="240" alt="Immagine mappa"></a></div> <table border="0" cellspacing="0" cellpadding="2" width="400"><tbody> <tr> <td valign="top" width="200">Funziona?</td> <td valign="top" width="200">Sì</td> </tr> <tr> <td valign="top" width="200">Problemi?</td> <td valign="top" width="200">No</td> </tr> </tbody></table> <p> </p> <p></p> <div style="padding-bottom: 0px; margin: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: inline; float: none; padding-top: 0px" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:15e8c061-b291-4e98-9c8e-3729c289d8ee" class="wlWriterEditableSmartContent">Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/Blogging+tools" rel="tag">Blogging tools</a></div> Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-12459793846515059912009-08-21T18:16:00.003+02:002009-08-21T18:31:29.783+02:00Predire il comportamento suicidario - Evidenze a favore della teoria psicologica interpersonale<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbcK7AA0b4WhJKlVyP1WAjjp3_EpmOykUIPZWKOgvKsnVCLWVbex28_tY7eFQ0BFg5iKDd8Z9Z6kcZeigICln-grTaKysOrJ6UYpII0oiha1gf8aRXOIIJ7j8a8xe2qG05_fbdpw/s1600-h/JAbnormalPsych_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 70px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbcK7AA0b4WhJKlVyP1WAjjp3_EpmOykUIPZWKOgvKsnVCLWVbex28_tY7eFQ0BFg5iKDd8Z9Z6kcZeigICln-grTaKysOrJ6UYpII0oiha1gf8aRXOIIJ7j8a8xe2qG05_fbdpw/s200/JAbnormalPsych_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5372455253142760898" /></a><br />La teoria psicologica interpersonale del comportamento suicidario (T. E. Joiner, 2005) predice che 1) la percezione di essere un fardello per gli altri e la percezione di essere socialmente distanti dagli altri instillano il desiderio di morte e che 2) la persona non metterà in atto tale desiderio di morte a meno che non abbia sviluppato la capacità di portarlo a termine. Tale capacità si sviluppa attraverso l'esposizione e la conseguente abituazione a esperienze dolorose e spaventose; essa è necessaria per superare le potenti forze di auto-preservazione.<br />Gli studi dimostrano che tali indici di predizioni sono migliori di altri indici quali età, sesso biologico, stato civile, etnia, storia familiare di suicidio, storia familiare di depressione, storia familiare di disturbo bipolare, diagnosi di depressione o disturbo bipolare attuale e passata, sintomi depressivi correnti, mancanza di speranza (hopelessness), diagnosi di disturbo di personalità borderline.<br /><br /><a href="http://psycnet.apa.org/journals/abn/118/3/634/">PsycNET - Display Record</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-29522842524286498232009-08-21T17:30:00.002+02:002009-08-21T17:50:09.456+02:00Effetti della Depressione Post-partum sul bambino in relazione al coinvolgimento sociale e alle reazioni allo stress<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmRdBnS_vKKUZLoU9Wikzg9ILq4T6RGBtLkRcpmBDhW_odyG2_xdyrUDLqM-_lrZIM-RReQrnuSPrJc5mbi8is1j-hVxUtC43gwOxU29wUG_xhjS3HBD2iS4caG7cRGLAB4A9xfA/s1600-h/childadolescentpsychiatry_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 70px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmRdBnS_vKKUZLoU9Wikzg9ILq4T6RGBtLkRcpmBDhW_odyG2_xdyrUDLqM-_lrZIM-RReQrnuSPrJc5mbi8is1j-hVxUtC43gwOxU29wUG_xhjS3HBD2iS4caG7cRGLAB4A9xfA/s200/childadolescentpsychiatry_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5372444849850650194" /></a><br />Depressione e ansia della madre nell'anno successivo al parto hanno un effetto negativo sul bambino, relativamente alle capacità di coinvolgimento sociale, alla regolazione della paura e alle risposte allo stress.<br />I neonati di madri depresse hanno ricevuto punteggi peggiori rispetto agli altri in ognuno dei parametri: livello più basso di coinvolgimento sociale nelle interazioni con la madre; incapacità di autoregolazione nelle situazioni in cui vengono introdotte delle novità; agitazione e pianto più frequenti; maggior livelli fisiologici (cortisolo) di stress sia in situazioni normali che in situazioni stressanti.<br />La sensibilità della madre nei confronti del comportamento del neonato è la migliore protezione possibile contro gli effetti negativi della depressione e dell'ansia.<br />Questi studi sono importanti perché aiutano a comprendere che la depressione e l'ansia materna hanno effetto su determinati aspetti dello sviluppo del neonato e permettono di capire come agire al meglio dal punto di vista terapeutico.<br /><br /><a href="http://journals.lww.com/jaacap/Abstract/2009/09000/Maternal_Depression_and_Anxiety_Across_the.8.aspx">"Maternal Depression and Anxiety across the Postpartum Year and Infant Social Engagement, Fear Regulation, and Stress Reactivity. "<br />Feldman R, Granat A, Pariente C, Kanety H, Kuint J, Gilboa-Schechtman E.<br />Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. 2009; 48:919-927. </a><br /><br /><a href="http://www.medicalnewstoday.com/articles/161320.php">Postpartum Depression Associated With Impaired Social Engagement And Physiological Stress Reactivity</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-16530054379965253512009-08-18T19:28:00.002+02:002009-08-18T19:39:13.193+02:00Disturbo da Lutto Prolungato (Prolonged Grief Disorder): proposta di validazione psicometrica dei criteri per DSM-V e ICD-11<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijNtWqUxnbAW1FnuSnG6D5cQgxPIv1RAJaBmPPM-oDDacT3jxApzLzTrgeg8u4saUtogUR1qy2Wdu4o13MUkZMtHVuGFrGlnHpboT2DZfhv5Ammj5HVwCwyYcI-tsA9macsFInWw/s1600-h/plosmedicine_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 58px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijNtWqUxnbAW1FnuSnG6D5cQgxPIv1RAJaBmPPM-oDDacT3jxApzLzTrgeg8u4saUtogUR1qy2Wdu4o13MUkZMtHVuGFrGlnHpboT2DZfhv5Ammj5HVwCwyYcI-tsA9macsFInWw/s200/plosmedicine_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5371359717856263410" /></a><br />Il lutto è un'esperienza universale e la sua associazione con l'aumento di morbilità e mortalità è ben definita. Tuttavia, il dolore diventa una seria preoccupazione per la salute in una minoranza di casi. Per tali individui l'intenso dolore persiste, è invalidante e può soddisfare i criteri distintivi per un disturbo mentale. Al momento, il lutto non è riconosciuto come un disturbo mentale nel DSM-IV o ICD-10. L'obiettivo di questo studio è di determinare la validità psicometrica dei criteri del Disturbo da Lutto Prolungato (Prolonged Grief Disorder, PGD) per migliorare la rilevazione e il trattamento delle potenziali vittime a maggiore rischio di difficoltà e disfunzioni persistenti.<br /><br /><a href="http://www.plosmedicine.org/article/info:doi/10.1371/journal.pmed.1000121">PLoS Medicine: Prolonged Grief Disorder: Psychometric Validation of Criteria Proposed for DSM-V and ICD-11</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-67798309266937978732009-08-18T17:57:00.002+02:002009-08-18T18:16:32.307+02:00Gli stereotipi sulla salute mentale nei film sono più crudeli che mai<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyoDX2YVT2JZYGC39ceRyzo14ogP99mU9Cr-EQ6nf0X0a7-gaOpBDBbISYq-LTSu53d5ocULqxj7899m3HXXvVU7jU7qKy13w8ES3eibY3CLAug7Ggnhw9soBne2hMEctptO3QmA/s1600-h/timetochange_preview.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 58px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyoDX2YVT2JZYGC39ceRyzo14ogP99mU9Cr-EQ6nf0X0a7-gaOpBDBbISYq-LTSu53d5ocULqxj7899m3HXXvVU7jU7qKy13w8ES3eibY3CLAug7Ggnhw9soBne2hMEctptO3QmA/s200/timetochange_preview.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5371338430564772802" border="0" /></a><br />Il punto chiave del report è che il pubblico riceve informazioni sulla malattia mentale principalmente dai film e meno dagli altri tipi di media. Una inchiesta YouGov commissionata per il report indica che il 44% del pubblico pensa che le persone con malattia mentale agiscano violentemente.<br />Il report mostra anche che, mentre l'industria cinematografica si assume la propria responsabilità nel fornire un ritratto accurato dell'omosessualità e del razzismo, la raffigurazione della malattia mentale continua ad essere basata sul pregiudizio.<br />Esistono alcune eccezioni, ad esempio "<a href="http://www.imdb.com/title/tt0268978/">A beautiful mind</a>" con Russell Crowe e "<a href="http://www.imdb.com/title/tt0218616/">Some voices</a>" con Daniel Craig.<br /><br /><a href="http://www.time-to-change.org.uk/news/mental-health-stereotypes-movies-crueler-ever-new-report-claims">Mental health stereotypes in the movies crueler than ever, new report claims | Time To Change</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com/">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-83332799486389701902009-08-17T20:02:00.002+02:002009-08-17T20:07:09.754+02:00Schizo - Il film contro i pregiudizi sulla schizofrenia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUga3seuIKroekdo_fm1GQew2GUaWkuIGThsb6nzCN70olZVqIGbHp_phGijNuxEd0_BbObtHVPG8GpNU0roVld95fBnsjMhzls4CmzhjK9i13h6DgU6iE1BwD8WiVNHG7yjr8w/s1600-h/timetochange_preview.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 58px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUga3seuIKroekdo_fm1GQew2GUaWkuIGThsb6nzCN70olZVqIGbHp_phGijNuxEd0_BbObtHVPG8GpNU0roVld95fBnsjMhzls4CmzhjK9i13h6DgU6iE1BwD8WiVNHG7yjr8w/s200/timetochange_preview.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5370995494062680946" border="0" /></a><br />Due filmati contro i pregiudizi sul legame fra malattia mentale e pericolosità sociale: "Schizo" e "Schizofrenico terrorizza i bambini ad una festa".<br /><a href="http://www.time-to-change.org.uk/online-films">Online films | Time To Change</a><br /><br />Potete sostenere Time to change diventandone fan su <a href="http://www.facebook.com/pages/Time-to-Change/29813531299">facebook</a> o <a href="http://twitter.com/TimetoChange">twitter</a>.<br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com/">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-47167959327179338202009-08-17T19:21:00.002+02:002009-08-17T19:35:03.865+02:00Bambini con diagnosi di epilessia a rischio di problemi cognitivi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxh8g4OaZ_EBY5RSjyV5oY8-wzMYVwKPN5Q80-88W3wslMFB2XczBrKBS509qnvV8Rx4lk1qs-To1WiybUK2pVYGc-F9wuX41lWlK0aG2kPLUw50HlzlZspi0FO-RvZS5DQz9H4w/s1600-h/AANeurology_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 60px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxh8g4OaZ_EBY5RSjyV5oY8-wzMYVwKPN5Q80-88W3wslMFB2XczBrKBS509qnvV8Rx4lk1qs-To1WiybUK2pVYGc-F9wuX41lWlK0aG2kPLUw50HlzlZspi0FO-RvZS5DQz9H4w/s200/AANeurology_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5370987580500559922" /></a><br />Bambini con un quoziente intellettivo normale prima della crisi epilettica possono sviluppare problemi di linguaggio, memoria, apprendimento e altro, secondo uno studio pubblicato qualche giorno fa su Neurology. Lo studio attesta l'importanza di uno screening per valutare eventuali problemi cognitivi nei bambini subito dopo la diagnosi di epilessia, in modo da consentire una pronta ripresa. Esiste infatti una finestra temporale di intervento che permette un pieno recupero delle funzioni cognitive. Lo screening è ancora più importante in caso id presenza di ulteriori fattori di rischio per problemi cognitivi: crisi multiple, uso di farmaci antiepilettici e segni precoci di epilessia nei tracciati elettroencefalografici.<br /><br /><a href="http://www.aan.com/press/index.cfm?fuseaction=release.view&release=753">Children with Newly Diagnosed Epilepsy at Risk for Cognitive Problems</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-35734890187781358822009-08-17T18:34:00.002+02:002009-08-17T18:53:56.671+02:00Ne vale la pena? No - Anedonia come sintomo centrale nella depressione<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqkSLSJZKDYNB-TFhG3fguLt9iFOitA12slqgRHwKhx8UDzIe9b7VKdeVkCa_y66dTy_0bEh_PIAuIbznBg5PGHkMyDuyKLAL5Fpj81ryBHKYhqEExPaTdd6E0Hv3Nx_iNKVKS_Q/s1600-h/vanderbilt_logo_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 70px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqkSLSJZKDYNB-TFhG3fguLt9iFOitA12slqgRHwKhx8UDzIe9b7VKdeVkCa_y66dTy_0bEh_PIAuIbznBg5PGHkMyDuyKLAL5Fpj81ryBHKYhqEExPaTdd6E0Hv3Nx_iNKVKS_Q/s200/vanderbilt_logo_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5370976744350010098" /></a><br />Una nuova ricerca indica che una diminuzione del desiderio del piacere può essere alla base di un sintomo centrale nel disturbo depressivo maggiore. La ricerca è in contrasto con l'idea precedente che coloro che soffrono di depressione non abbiano la possibilità di godere dei benefici, pur avendone il desiderio.<br />L'anedonia, cioè la mancanza di motivazione nel ricarcare il piacere e farne esperienza, è uno dei sintomi primari del Disturbo Depressivo Maggiore. L'anedonia risponde meno bene a molti antidepressivi e permane anche quando altri sintomi sono in remissione. Secondo i ricercatori, indagare la dimensione motivazionale dell'anedonia, cioè il legame fra riduzione di dopamina e il processo di ricompensa nella depressione, può aiutarci a comprendere come l'anedonia risponda al trattamento.<br /><br /><a href="http://sitemason.vanderbilt.edu/news/releases/2009/08/12/worth-the-effort-not-if-youre-depressed.86526">Worth the effort? Not if you're depressed - VUCast: Vanderbilt University's News Network</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-53913370615028009992009-08-14T20:26:00.002+02:002009-08-14T20:34:08.726+02:00Neuroscienze Cognitive delle Organizzazioni? : Nature Precedings<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAwkEIaZ8jeQXh9ljgLZZivZVtyaN4LP6F5cB7GnK8MIS9eNaaAZ3EQFzmq8IN5tUZPf2UQsjshQSxZXeZTX-NpfY3gKOQG1bVyOwHa5LylN32FZmepWGJRoRlf-3w7rBCSCEDGA/s1600-h/natureprecedings_preview.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 60px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAwkEIaZ8jeQXh9ljgLZZivZVtyaN4LP6F5cB7GnK8MIS9eNaaAZ3EQFzmq8IN5tUZPf2UQsjshQSxZXeZTX-NpfY3gKOQG1bVyOwHa5LylN32FZmepWGJRoRlf-3w7rBCSCEDGA/s200/natureprecedings_preview.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5369889540724428578" /></a><br />L'applicazione di tecniche neuroscientifiche cognitive per comprendere il comportamento sociale ha portato a molte scoperte. Eppure i sostenitori dell'approccio sociale alle neuroscienze cognitive sostengono che esse soffrano di una serie di limitazioni. La più importante di queste è la distanza da ogni forma di reale applicabilità . Una soluzione a questa limitazione è rappresentata dalle "Organisational Cognitive Neuroscience" - lo studio delle neuroscienze cognitive del comportamento umano nelle, e in risposta alle, organizzazioni. Le neuroscienze cognitive delle organizzazioni ci permettono di esaminare i fondamenti cognitivi del comportamento sociale che si manifesta in quello che potrebbe essere il nostro ambiente naturale. L'articolo offre una breve panoramica di questo approccio, una definizione e anche alcune possibili domande che il nuovo approccio potrebbe affrontare in modo più adatto.<br /><br /><a href="http://precedings.nature.com/documents/2159/version/1">The Brain in Business: The Case for Organisational Cognitive Neuroscience? : Nature Precedings</a><br /><br />Shared via <a href="http://addthis.com">AddThis</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-83569199412357133752007-09-25T12:12:00.000+02:002008-12-10T00:23:11.254+01:00No-anorexia, campagna contro l'anoressia di Toscani<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJb0WxKV2C3otCPn5Cqv7TdYm704IPm2aMM_C13slfDffkRUBLTmvEyitVBZCcIKZXBXBCK4Gbo1sW0033aMvxc5PWNclRL8QVF0FN1VVaJkKsTDQUmhLJMcfGWOveRhKVGTGg2w/s1600-h/nolita_anoressia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5114082892781027698" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJb0WxKV2C3otCPn5Cqv7TdYm704IPm2aMM_C13slfDffkRUBLTmvEyitVBZCcIKZXBXBCK4Gbo1sW0033aMvxc5PWNclRL8QVF0FN1VVaJkKsTDQUmhLJMcfGWOveRhKVGTGg2w/s200/nolita_anoressia.jpg" border="0" /></a> <strong>Cosa pensate della campagna No-anorexia di Nolita firmata da Oliviero Toscani?</strong><br /><br />Secondo l'Aba, l'Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia e la bulimia, tale campagna contro l'anoressia fa solo male alle persone affette da questa malattia. "Con quell'immagine si rischia l'effetto emulazione", ha detto Fabiola De Clercq, presidente dell'associazione. "Vedendo quelle foto, nessuna anoressica si vedrà brutta, ma penserà: ecco quella è più magra di me".<br /><br />Io vorrei far notare che tale campagna non aiuta a fare chiarezza sui disturbi dell'alimentazione. Essa non tiene per niente conto, ad esempio, di tutta una fascia di ragazze, che soffrono di un disturbo dell'alimentazione, che <strong>non</strong> sono magre in modo così manifesto, ma che comunque rischiano la vita a causa delle condotte di eliminazione (ad es. il vomito più volte al giorno per mantere stabile il peso dopo le abbuffate). Da ciò derivano delle serie complicanze da un punto di vista cardiovascolare, come ben spiegato in questo articolo: <a href="http://www.ondaosservatorio.it/dettaglio_articolo.asp?idSezione=1&idArticolo=221">Disturbi alimentari e complicanze cardiovascolari</a>.Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-76903939988641010632007-09-13T11:17:00.000+02:002008-12-10T00:23:11.410+01:00Cosa sappiamo... e cosa non sappiamo sulla schizofrenia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuIVo4czi_UApasOXZj2Az6OsJvN7CeM11P3CKIy9wPuDRoqL_4hJdzNbc3sHDBKNmGXTSD_m8jS3381EgMfKI7HQSUvQhr_n-nQBL9tDA3MDbQo1JH63kUz2Uf83s8Rebqd0Lew/s1600-h/schizofrenia_forum.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5109615674853986290" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuIVo4czi_UApasOXZj2Az6OsJvN7CeM11P3CKIy9wPuDRoqL_4hJdzNbc3sHDBKNmGXTSD_m8jS3381EgMfKI7HQSUvQhr_n-nQBL9tDA3MDbQo1JH63kUz2Uf83s8Rebqd0Lew/s200/schizofrenia_forum.jpg" border="0" /></a><br /><div></div><br />Ottima iniziativa del forum internazionale sulla ricerca sulla schizofrenia, al fine di riportare ordine all'interno della crescente mole di informazione sulla malattia e promuovere un nuovo afflato teorico-esplicativo sulla materia. Perché "la scienza - come sostiene Poincaré - si costruisce sui fatti come una casa sui mattoni. Ma una raccolta di fatti non è scienza, così come una montagna di mattoni non è una casa".<br /><br />Link: "<a href="http://www.schizophreniaforum.org/whatweknow/newssearch.asp?categoryID=24&type=all">What We Know... What We Don't Know About Schizophrenia</a>".Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-84301105567167034462007-08-25T11:27:00.000+02:002008-12-10T00:23:11.928+01:00Autismo, Packing di Pierre Delion, terapia da brivido<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipKSmUN_FjI3X0NdrbGrm4CDJOsj9bHHgZDia0fUzh-mo1J7YMHEh2MlSGUc2Nz6KzvizW25i4Qa97kr-_kpv7ml2BFg0t9QTX6pGyUGUwuNZguSJ-SvK8Qf1-qd4irT2G1rAXoA/s1600-h/autism_packing.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5102568094020577138" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipKSmUN_FjI3X0NdrbGrm4CDJOsj9bHHgZDia0fUzh-mo1J7YMHEh2MlSGUc2Nz6KzvizW25i4Qa97kr-_kpv7ml2BFg0t9QTX6pGyUGUwuNZguSJ-SvK8Qf1-qd4irT2G1rAXoA/s200/autism_packing.jpg" border="0" /></a><br /><div><a href="http://www.thelancet.com/home">The Lancet</a> ha pubblicato un articolo sul packing (impacchettamento), una controversa terapia dell'autismo presente in Francia, ma non ancora validata. Bambini con gravi forme di autismo e autolesionismo vengono avvolti in bende fredde e intervistati in tale condizione. La clinica che conduce tale terapia giudica in modo favorevole i progressi dei pazienti. E' necessaria una valutazione seria del trattamento in modo controllato, per poter escludere che tale trattamento non sia soltanto una inutile tortura.<br /><br />L'inventore di tale "cura" è <a href="http://www.serpsy.org/des_livres/livres_03/delion.html">Pierre Delion</a>, direttore del child and adolescent psychiatry unit al Lille Regional University Hospital in Francia.</div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-32998256052422059252007-08-20T18:29:00.000+02:002008-12-10T00:23:12.101+01:00Cannabis e Psicosi, nuovi dati 2007<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEkY3TP9ChjNWuxFnbgj-b6b7Y4Bu4hQCHkqQ6XenWkbwUQaRYhv2vFEXDANtpd5AEnCNt0QAoNJtW8L7b6Fdt5VTREoCEFtVVn0eCcaLfdcr_K_M8EmERe8jZhjxo3arziyJZng/s1600-h/schizofrenia_cannabis.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5100821816152598370" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEkY3TP9ChjNWuxFnbgj-b6b7Y4Bu4hQCHkqQ6XenWkbwUQaRYhv2vFEXDANtpd5AEnCNt0QAoNJtW8L7b6Fdt5VTREoCEFtVVn0eCcaLfdcr_K_M8EmERe8jZhjxo3arziyJZng/s200/schizofrenia_cannabis.jpg" border="0" /></a><br /><div>Una nuova meta-analisi conferma che l'uso di cannabis è uno dei fattori eziologici nello sviluppo di patologia psicotica: <a href="http://www.schizophreniaforum.org/new/detail.asp?id=1384">Schizophrenia Research Forum: Cannabis and Psychosys</a>.</div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-87911772709461024492007-07-16T07:26:00.000+02:002008-12-10T00:23:12.263+01:00Genitori dipendenti dai videogiochi trascurano i figli<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz-TzfoVyPvG4CwE6-eY7eNX0ubixi0VGUglgIxUzdjw-_tbRW0qmgLK4ECB-TvE6w9ri9ecUzue1yqds2JHGShUrUNhEUtj7ca-SqYTyZ6pgqF_EeUXQ1eRJD7c3J_guL_sTTog/s1600-h/lana_straw.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5087666651243616034" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz-TzfoVyPvG4CwE6-eY7eNX0ubixi0VGUglgIxUzdjw-_tbRW0qmgLK4ECB-TvE6w9ri9ecUzue1yqds2JHGShUrUNhEUtj7ca-SqYTyZ6pgqF_EeUXQ1eRJD7c3J_guL_sTTog/s200/lana_straw.jpg" border="0" /></a><br /><div>Una giovane coppia di genitori trascura i propri figli di 11 e 22 mesi per dedicarsi completamente ad un videogioco di ruolo online (<a href="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/07_Luglio/15/genitori_dipendenti_videogame.shtml">leggi l'articolo</a>). I giornalisti di mezzo mondo e alcuni politici hanno approfittato di tale episodio per ribadire la teoria che i videogiochi sono pericolosi e creano dipendenze patologiche e disturbi mentali. E' evidente invece che tale caso di cronaca non dimostra niente riguardo i videogiochi in sé, dato che una coppia di tale genere avrebbe espresso la propria patologia in altri modi e a prescindere dai videogiochi. Questi sono stati il mezzo, non la causa della patologia di coppia.<br />Per quanto riguarda la proposta che prevedeva di trattare la dipendenza da videogame come un problema mentale equivalente all'alcolismo, sono contento che gli esperti della "<a href="http://www.asam.org/">American Society of Addiction Medicine</a>" e della "<a href="http://www.mssm.edu/">Mt. Sinai School of Medicine</a>" di New York si siano opposti con fermezza a questo paragone nel corso del dibattito che si è tenuto all'incontro annuale dell'"<a href="http://www.ama-assn.org/">American Medical Association</a>" a Chicago.</div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-46370884709969588542007-07-13T19:07:00.000+02:002008-12-10T00:23:12.424+01:00Anoressia e bulimia: raddoppiano i casi negli uomini<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIBZGX-YkMdGdh8PgVQV7WhJHIHHcxY8joaQryLokfM5wEIcsNil1lZ3VcG-siYx-6XGvWPZje4xfE4R-mnETb1GUpp2kcl0TOayekHKy1Bt0ql8LyBW9sf52NGO5kHA8XBrO4GQ/s1600-h/anoressiabulimia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5086733307605554962" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIBZGX-YkMdGdh8PgVQV7WhJHIHHcxY8joaQryLokfM5wEIcsNil1lZ3VcG-siYx-6XGvWPZje4xfE4R-mnETb1GUpp2kcl0TOayekHKy1Bt0ql8LyBW9sf52NGO5kHA8XBrO4GQ/s200/anoressiabulimia.jpg" border="0" /></a><br /><div><strong>In poco più di 5 anni la percentuale di uomini colpiti da anoressia e bulimia è salita al 10%</strong>.</div><br /><div></div><br /><div>I disturbi dell'alimentazione, di cui soffrono ben 3 milioni di italiani, riguardano soprattutto le giovani donne, ma la patologia continua a diffondersi fra gli uomini e fra le diverse fasce d'età.</div><br /><div>Un malato di anoressia e bulimia su 10 - spiega il Prof. Camillo Loriedo, psichiatra del Centro anoressia e bulimia del Policlinico Umberto I di Roma - muore, con una percentuale che arriva al 12% nella bulimia. Gli atti di suicidio vero e proprio vengono compiuti nel 5% dei casi".</div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-53786943086856195962007-07-11T11:25:00.000+02:002008-12-10T00:23:12.613+01:00Prozac Generation: adolescenti e farmaci antidepressivi<strong><a href="http://women.timesonline.co.uk/tol/life_and_style/women/families/article1983887.ece">The Times</a> rivela che sono in vertiginoso aumento i ragazzi dipendenti dagli psicofarmaci</strong>.<br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUCLACHNAuvjpt0_xf1xY_E2vOSVKUTW6-2ZEKJPWxOMSllav1pN0na0I2tzHBIXhaOBjuMUclkQ3ocBw5Y7S5st_dwo_gGwM8R6fEDW0kLtYei4k5nKYmg5wQKe6YAJZNery6iA/s1600-h/prozac_generation.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5085872693970515346" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUCLACHNAuvjpt0_xf1xY_E2vOSVKUTW6-2ZEKJPWxOMSllav1pN0na0I2tzHBIXhaOBjuMUclkQ3ocBw5Y7S5st_dwo_gGwM8R6fEDW0kLtYei4k5nKYmg5wQKe6YAJZNery6iA/s200/prozac_generation.jpg" border="0" /></a><br /><div>I casi di depressione tra i ragazzi sono in continuo aumento. In Inghilterra dal 1991 al 2001 il numero dei minori a cui sono stati prescritti antidepressivi è cresciuto del 70%. Tra loro 35 mila sono sotto Prozac. In 30 anni in Europa il numero dei suicidi in adolescenza è quadruplicato.</div><div></div><br /><div>In Italia un ragazzo su 100 assume farmaci antidepressivi. Si parla di almeno 30 mila casi. Il 10% dei ragazzi tra i 5 e i 16 anni ha problemi di relazione. A tutto ciò è da aggiungere il consumo di alcol e droghe.</div><br /><div></div><div>Consideriamo inoltre il deficit di attenzione e l'iperattività (Adhd), disturbo che secondo il Ministero della Salute colpirebbe il 4% della popolazione in età pediatrica. Viene curato con il Ritalin (prima classificato come stupefacente, ora come psicofarmaco) e il Prozac, da quando il ministro Livia Turco ha dato il via alla somministrazione dei due <a href="http://psicoblogo.blogspot.com/2007/03/prozac-anche-bambini-di-8-anni.html">farmaci ai minori</a>.</div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-91020625589384229562007-03-28T12:34:00.001+02:002008-12-10T00:23:12.848+01:00Prozac anche a bambini di 8 anni?!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWgtE4k6FeeuXwsle5YoiM8C39lKjmJLteacdXJZcqJLkTmFd5uGQKUJqeBKtYXFzrXALn4NHMC4miS4MObEeSeuNJo2Ev_qBMJiknb086flK4LrVu378QoUErrNVpBSMtjHTVA/s1600-h/prozac_infanzia.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWgtE4k6FeeuXwsle5YoiM8C39lKjmJLteacdXJZcqJLkTmFd5uGQKUJqeBKtYXFzrXALn4NHMC4miS4MObEeSeuNJo2Ev_qBMJiknb086flK4LrVu378QoUErrNVpBSMtjHTVA/s200/prozac_infanzia.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5046923931142896930" border="0" /></a><br />L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è adeguata alle indicazioni dell'Autorità europea dei farmaci Emea e ha esteso le indicazioni terapeutiche del medicinale anche a "bambini e adolescenti di otto anni di età ed oltre" in caso di "episodio di depressione maggiore di grado da moderato a grave, se la depressione non risponde alla psicoterapia dopo 4-6 sedute. La terapia con antidepressivo deve essere proposta solo in associazione con una contemporanea psicoterapia".<br />Scetticismo fra i professionisti. Boccia la decisione, ad esempio, il direttore dell'Istituto di neuropsichiatria infantile dell'Università Cattolica di Roma, Francesco Guzzetta: "L'uso del Prozac nei bambini può essere molto rischioso, poiché non si conoscono tutti i possibili effetti collaterali su pazienti così giovani". Il rischio è quello di "un pericolosissimo abuso o ricorso inappropriato al farmaco".<br /><br />Link: <a href="http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_2135050878.html">Ansa.it - Prozac dagli 8 anni</a>; <a href="http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=12880">HelpConsumatori - Prozac ai minori</a>;Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-6599222584998674882007-03-26T18:21:00.000+02:002008-12-10T00:23:13.019+01:00Adolescenti iperattivi e obesità<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1pVPyDVO3rjpgBgp0zQpKuLW9h_izW_OABfTWPFUpWSDUvtqEXyiB7N16W9BzZWt2fIsZhIVPQKBgTHIYvt4uVd-9qRh90y0nmUhjkhSPe9aj_1HRyb1sLGlrthJTQRKvtc4HKQ/s1600-h/bambini_obesi.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1pVPyDVO3rjpgBgp0zQpKuLW9h_izW_OABfTWPFUpWSDUvtqEXyiB7N16W9BzZWt2fIsZhIVPQKBgTHIYvt4uVd-9qRh90y0nmUhjkhSPe9aj_1HRyb1sLGlrthJTQRKvtc4HKQ/s200/bambini_obesi.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5046269505918961426" border="0" /></a><br />Secondo uno studio su Nature, i clinici dovrebbero essere consapevoli di un maggiore rischio di Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività (ADHD) in adolescenti obesi. Dovrebbe quindi essere accertata la presenza del disturbo e proposta una terapia adeguata, in linea con il controllo del peso.<br /><br />Link: <a href="http://www.nature.com/ijo/journal/v31/n4/abs/0803526a.html">Overweight/obesity and attention deficit and hyperactivity disorder tendency among adolescents</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-16597654137406536862007-03-19T22:26:00.000+01:002008-12-10T00:23:13.245+01:00Thp, L'Ormone dell'Irrequietezza Adolescenziale<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7nWEMW_TkNe84Pi9Kjil1L8l2f0HEhxXkNVW-k2dvq_P0Dbh-CApZAsRi1fsULN3TMSfNZXKo_rvLa91TTSxi5L1blFkt6vD4Uoi_T9mOHRKWk8zrGsjOtWweA9Nrt5Gs_exdcA/s1600-h/umore_adolescenti.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7nWEMW_TkNe84Pi9Kjil1L8l2f0HEhxXkNVW-k2dvq_P0Dbh-CApZAsRi1fsULN3TMSfNZXKo_rvLa91TTSxi5L1blFkt6vD4Uoi_T9mOHRKWk8zrGsjOtWweA9Nrt5Gs_exdcA/s200/umore_adolescenti.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5043750840481121474" border="0" /></a><br />L'ormone thp (allopregnanolone), un neurosteroide con effetto sedativo prodotto dal corpo in caso di stress per ridurre l'iperattività cerebrale, ha un effetto opposto negli adolescenti. E' la scoperta pubblicata su <a href="http://www.nature.com/neuro/journal/vaop/ncurrent/abs/nn1868.html">nature neuroscience</a>. Il Thp agisce sui recettori GABA-A, gli stessi sui quali agiscono i farmaci sedativi. Esso agisce anche su un sottotipo di tali recettori, particolarmente attivo durante l'adolescenza.<br />Ciò aprirà le porte alla possibilità di agire farmacologicamente sull'irrequietezza adolescenziale; ma la domanda da porsi sarà: è giusto snaturare l'adolescenza? Come impedire un abuso di un eventuale farmaco per l'irrequietezza adolescenziale?Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-87369243281578557302007-02-02T21:50:00.000+01:002008-12-10T00:23:13.529+01:00Rivista Italiana di Ipnosi Clinica e Sperimentale, 2 fascicolo 2006<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EvrLoWDoLPUcPNvPsYgUwP-axMFwUX5T8XNoKij1If3-fRCY1xYH58n-7HmGp0NNuzVDXSanzddJJwyeoAZk7ETYHibQ8eqo8ZtmkCYrVs91l5HMnQdzXhhX_dF0dnYlJ7tKdw/s1600-h/Ipnosi22006.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5027042958258921122" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EvrLoWDoLPUcPNvPsYgUwP-axMFwUX5T8XNoKij1If3-fRCY1xYH58n-7HmGp0NNuzVDXSanzddJJwyeoAZk7ETYHibQ8eqo8ZtmkCYrVs91l5HMnQdzXhhX_dF0dnYlJ7tKdw/s200/Ipnosi22006.jpg" border="0" /></a><br /><div>E' uscito il secondo volume del 2006 di <a href="http://www.francoangeli.it/riviste/sommario.asp?IDRivista=119">IPNOSI, Rivista Italiana di Ipnosi Clinica e Sperimentale, Franco Angeli Edizioni</a>. All'interno potete trovare la rubrica <a href="http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_Riviste.asp?IDArticolo=28152&Tipo=Articolo">Riviste e Pubblicazioni Internazionali</a>, curata da me e da Leonardo Moretti. </div>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-1164817281450758032006-11-29T17:21:00.000+01:002007-07-13T14:57:24.014+02:00PLoS Medicine - Depressione<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://photos1.blogger.com/x/blogger/6478/1364/1600/778156/plosmed.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0pt 10px 10px 0pt; CURSOR: pointer" alt="" src="http://photos1.blogger.com/x/blogger/6478/1364/200/597146/plosmed.jpg" border="0" /></a><br /><a href="http://medicine.plosjournals.org/perlserv/?request=get-document&doi=10.1371%2Fjournal.pmed.0030442">PLoS Medicine - Projections of Global Mortality and Burden of Disease from 2002 to 2030</a>: "The three leading causes of burden of disease in 2030 are projected to include HIV/AIDS, unipolar depressive disorders, and ischaemic heart disease in the baseline and pessimistic scenarios. "<br /><br />Nel 2030 le prime tre singole e specifiche cause di morte dovrebbero essere AIDS, <span style="font-size:130%;"><span style="FONT-WEIGHT: bold">depressione</span></span> e infarto, mentre quello ottimistico prevede che al terzo posto si piazzino gli incidenti stradali: <a href="http://www.lescienze.it/index.php3?id=12873">LeScienze</a>.Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-17271728.post-1163707371846271462006-11-16T20:59:00.000+01:002007-07-13T14:57:59.327+02:00After Therapy Mints<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://photos1.blogger.com/blogger/6478/1364/1600/mentinedaterapia.jpg"><img style="FLOAT: left; MARGIN: 0pt 10px 10px 0pt; CURSOR: pointer" alt="" src="http://photos1.blogger.com/blogger/6478/1364/200/mentinedaterapia.jpg" border="0" /></a><br />Un gradito omaggio ricevuto di recente.<br />Link al sito: <a href="http://www.philosophersguild.com/index.lasso?page_mode=home">PhilosophersGuild.com</a>Roberto Blarasinhttp://www.blogger.com/profile/03739482491490982287noreply@blogger.com1