18 febbraio 2006

Anziani: ospedalizzazione e effetti sul coniuge

La malattia di un coniuge può gravare sulla salute del partner che lo accudisce (caregiver). Nelle coppie anziane (oltre i 65 anni) l’ospedalizzazione di un coniuge è associata ad un maggior rischio di morte e l’effetto della malattia del partner varia a seconda delle diagnosi.
Il periodo di massimo rischio per il coniuge rimasto a casa è quello dei 30 giorni successivi all'evento, ma l’effetto permane per due anni. A risentirne maggiormente sono i maschi, per i quali l’aumento della mortalità cresce, in media, del 21%, contro il 17% rilevato per le donne.
I ricercatori hanno peraltro notato che l’aumento della mortalità è correlato in particolare alla diagnosi in base a cui il partner è stato ricoverato, ed è massimo nel caso di una diagnosi di demenza (+28% M; +22% F), comunque elevato per fratture gravi (+15% M; +11% F) e scompenso cardiaco (+12% M; +15% F), meno sensibile in caso di ictus (+6% M; +5% F), o infarto (+5% M; nessun effetto F) e statisticamente irrilevante in caso di cancro.

Fonte: New England Journal of Medicine

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