Da un libro autobiografico - Kay Redfield Jamison, psichiatra che ha sofferto di disturbi bipolari - nel 1995 (An unquiet mind. New York: Knopf, 1995) a un editoriale sulla rivista The Lancet di questo mese (The many stigmas of mental illness, 2006).
“Lo stigma nasce dai limiti che ogni società pone rispetto ai comportamenti ritenuti accettabili; ma ci sono anche cause che vanno oltre quelle sociologiche e antropologiche. (…) La malattia mentale fa paura perché rientra nella sfera del non conosciuto e del non comprensibile ed è istintivamente associata a comportamenti violenti (il che non è del tutto fuori luogo, dato che tali azioni sono presenti ad esempio nel 50 per cento dei casi di episodi maniacali). Inoltre, alcuni stati emotivi di un individuo all’interno del suo gruppo sono “contagiosi” (ad es. la depressione può espandersi a macchia d’olio fra le persone vicine a quella affetta)”.
“Questa reazione stigmatizzante ha pesanti ricadute per la condizione degli individui che soffrono di disagio mentale: incide infatti sulle scelte che una società compie in tema di legislazione, selezione sul lavoro, assistenza sanitaria, coperture assicurative e priorità della ricerca. Tuttavia, il fatto che chi ha superato la malattia mentale sia riluttante a parlare del suo passato crea una percezione distorta di questi disturbi, facendo risaltare i fatti di cronaca nera, di abbandono e di degrado, e non le guarigioni. Eppure queste avvengono, e in numerosi casi la persona supera il disagio mentale e si inserisce con successo nel tessuto sociale; è importante acquisirne la consapevolezza e superare l’idea deleteria che la malattia mentale non possa essere curata: questo pregiudizio è una delle principali cause di emarginazione”.
“Ma che dire quando la persona sofferente è un operatore della salute? Se non si rimuove il pregiudizio per prima cosa negli ambienti sanitari come si può pretendere che ciò avvenga nella società più estesa? Medici e altri operatori sanitari soffrono di depressione e altre psicopatologie con la stessa proporzione del resto della popolazione; e le pressioni e gli stress possono anche essere più elevati, tanto che il tasso di suicidi è tra l'altro più frequente”.
Fonti: Redfield Jamison K. The many stigmas of mental illness. The Lancet 2006;367:533-34.
14 febbraio 2006
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