02 febbraio 2006

Freud, padre della Psicoanalisi, compie 150 anni

Vienna - L'Austria ha dato il via in questo fine settimana alle celebrazioni degli anniversari di due suoi figli illustri, il salisburghese Wolfgang Amadeus Mozart e il viennese d'adozione Sigmund Freud. Per Freud, il 2006 è il centocinquantesimo anno dalla nascita (6 maggio 1856).

Freud è un pensatore di prima grandezza, che dobbiamo continuare a leggere indipendentemente dalle mode e dall’uso che ne fanno alcuni psicoanalisti. I grandi classici hanno il pregio straordinario di aver scritto in modo chiaro e comprensibile ciò che in seguito è stato complicato e oscurato. Molto spesso, tornare ai classici evoca un senso di sollievo quasi gioioso. Come scrive Paolo Rossi, storico delle scienza, “prendere in mano un testo di Freud dopo aver letto un gruppo di pagine di Lacan (è come) aprire una finestra in una stanza piena di fumo”.

La lezione di Freud sul valore della scienza vale ancora oggi. Nei primi trent’anni del secolo scorso è difficile trovare una difesa della ragione e della scienza che abbia l’amara e accorata lucidità delle pagine scritte da Freud ne “L’avvenire di un’illusione” (era il 1927, lo stesso anno della pubblicazione di “Sein und Zeit” di Heidegger)… (Continua a leggere qui: Freud: una lezione sul valore della scienza).

Secondo la filosofa Patricia Kitcher (Freud’s Dream, Mit Press, 1992) la metapsicologia di Freud può essere interpretata come un tentativo ante-litteram di costruire una scienza cognitiva, interdisciplinare, dove confluissero in un progetto non ontologicamente riduzionistico, ma metodologicamente sinergico, i risultati delle scienze del suo tempo (neurofisiologia, linguistica, antropologia) che si occupavano della mente (con le divisioni topografiche della mente che allora diventarono “unità funzionali”, come per la futura scienza cognitiva che si baserà sull’analogia mente-computer).

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