29 novembre 2005

Uomini e donne e umorismo

E’ opinione comune che donne e uomini reagiscono in maniera differente alle stesse battute. Da tempo gli studiosi erano alla ricerca di una base neurologica per queste differenze, ma senza successo. Nel 2003, Allan Reiss dell'Università di Stanford aveva scoperto che durante la lettura di una vignetta comica, il centro della ricompensa del cervello si attivava. Ora Reiss e colleghi hanno deciso di scoprire se questa parte del cervello si comportasse in modo differente negli uomini e nelle donne. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences".

In risposta alle vignette divertenti, entrambi i sessi hanno sperimentato un'attività simile nelle regioni del cervello che elaborano il linguaggio e la semantica. Ma le aree che gestiscono processi analitici come la memoria o il pensiero astratto sono risultate più attive nelle donne, suggerendo un approccio più critico verso la vignetta. Anche il sistema della ricompensa si è attivato maggiormente nelle donne, mentre negli uomini si osservava un calo di attività quando risultavano poco soddisfatti dalla gag.

Secondo Reiss, questo potrebbe indicare che gli uomini si attendono che le vignette siano divertenti e rimangono delusi quando le battute non fanno ridere. Le donne, invece, non si aspettano inizialmente di dover ridere, come se pensassero "non è divertente finché non dimostra di esserlo", e pertanto ricavano maggior piacere dalle battute meglio riuscite. Reiss è convinto che apprendere come le donne elaborano gli stimoli emozionali, come l'umorismo, potrebbe aiutare a capire perché esse siano più suscettibili di depressione.

28 novembre 2005

Bambini trascurati e sviluppo cerebrale

I bambini gravemente trascurati durante l’infanzia portano con sé un “fardello” fisiologico negativo per anni, anche dopo essere stati inseriti in un ambiente amorevole. Uno studio delle loro risposte ormonali, apparso nei Proceedings of the National Academy of Sciences e segnalato da Nature, mostra che i loro cervelli sono meno equipaggiati degli altri bambini per ciò che riguarda la fiducia e l’instaurazione di legami sociali

I risultati suggeriscono che l’abbandono nella prima infanzia può avere effetti duraturi, interferendo con lo sviluppo di sistemi cerebrali cruciali nella regolazione degli ormoni. Gli ormoni in questione sono il cosiddetto “ormone della fiducia”, cioè l’ossitocina, il quale favorisce l’instaurarsi dei legami sociali negli umani e il cui rilascio è stimolato, ad esempio, da un abbraccio; e la vasopressina, che aiuta gli animali nel riconoscersi e legarsi.

Ciò non significa che la differenza con gli altri bambini sarà permanente: ogni bambino potrà crescere e sviluppare risposte sociali normali col tempo. Il messaggio, secondo uno degli autori dello studio, è che “i bambini hanno realmente bisogno di essere in famiglia”.

Fonte: Wismer-Fries A., Ziegler T., Kurian J., Jacoris S.& Pollak S. . Proc. Natl Acad. Sci., 102. 17237 - 17240 doi: 10.1073/pnas.0504767102