Nel suo lavoro pionieristico finanziato dal National Institute of Mental Health, Marsh e colleghi hanno esplorato come gli individui emotivamente freddi e insensibili tendano a mostrare un deficit cognitivo specifico: vale a dire, sono particolarmente poveri nel riconoscere e nel rispondere normalmente a espressioni facciali di paura (una "normale" risposta sarebbe l’interruzione dell’aggressione nei confronti di una persona spaventata o l’offerta d’aiuto). Curiosamente, il problema di tali individui non è relativo alle espressioni del viso in generale, in quanto riescono a decifrare espressioni di disgusto, rabbia, felicità e così via (al contrario di quanto accade a persone autistiche, le quali hanno problemi con quasi tutte le espressioni facciali di emozione). Piuttosto, è solo l'espressione della paura (e, in misura minore, della tristezza) che le persone con diagnosi di disturbo antisociale non riescono a inquadrare correttamente. Ciò spiega le persistenti tendenze antisociali, vale a dire, "un comportamento che viola i diritti e il benessere degli altri o infrange importanti regole normative."
Tratto da: Il problema con gli psicopatici: la paura non è un deterrente.