29 settembre 2006

Depressione nell'adolescenza: psicoterapia sì, farmaci no


La Repubblica » Salute » Agire con una psicoterapia sulla base di diagnosi certe: "L'umore dei bambini e degli adolescenti depressi può essere molto spesso più irritabile che triste. Negli adolescenti gli sbalzi d'umore sono normali e questo può, in alcuni casi, nascondere o mascherare la presenza di un disturbo depressivo. La presenza di disaccordi familiari o di persone depresse in famiglia può rappresentare un fattore di rischio. La maggior parte degli episodi depressivi giovanili va incontro a guarigione, tuttavia sono possibili le ricadute. La psicoterapia sembra essere l'intervento più efficace in queste fasce di età, mentre sull'utilità delle terapie farmacologiche esistono dati contrastanti. Sebbene l'allarme sul rischio di comportamenti suicidi indotti dagli antidepressivi nei giovanissimi sia stato abbastanza ridimensionato, un recente studio dell'University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, che ha esaminato oltre 200 pazienti di età compresa tra i 7 e i 17 anni, non ha rilevato particolari benefici apportati dalla terapia farmacologica antidepressiva."

27 settembre 2006

Immagini della felicità, New York designers



Un articolo interessante di una giornalista del New York Magazine sulla felicità a New York. Con alcune immagini curiose.
Ad esempio, la felicità come illusione oppure la felicità come rompicapo.
Some Dark Thoughts on Happiness -- New York Magazine: "More and more psychologists and researchers believe they know what makes people happy. But the question is, does a New Yorker want to be happy?" By Jennifer Senior

12 settembre 2006

Adolescenza e Maturità "occupano" aree diverse del cervello


Sarah-Jayne Blakemore, University College of London: la differenza essenziale, da un punto di vista cerebrale, nel modo in cui adulti e adolescenti prendono le decisioni è nella localizzazione dell'attività, passa dalla parte posteriore del cervello (negli adolescenti) a quella frontale (negli adulti). Secondo la ricercatrice è come se si passasse dalla semplice domanda "Che cosa devo fare?" alla domanda più complessa "Che cosa devo fare, alla luce di ciò che io e le persone che mi sono intorno proveranno dopo aver compiuto l’azione?".
Azione e sentimento poco collegati negli adolescenti - Le Scienze.it

11 settembre 2006

Adolescenti e suicidio, riconoscere i segnali e valutare il rischio

Consultare uno psicologo o uno psichiatra per la diagnosi e le indicazioni terapeutiche

Corriere della Sera - Suicidio, prima causa morte tra i giovani: "Il suicidio è la prima causa di morte tra i giovani dai 15 ai 25 anni. E non si tratta di un problema che riguarda solo le società del nord Europa. Anche nel nostro Paese i dati sono allarmanti, visto che l'8% di tutti i decessi tra i ragazzi nella fascia di età 10-24 anni è determinato dalla scelta consapevole di togliersi la vita. "

VIDEO "Rischio suicidio, riconoscere i segnali": Video in cui sono descritti alcuni fattori che aumentano il rischio di suicidio.

08 settembre 2006

Pazienti in stato vegetativo possono mantenere vigilanza e consapevolezza


Discovery Channel :: News - Health :: Vegetative Patients May Have Awareness: "Scansioni cerebrali avanzate hanno individuato segnali di vigilanza e consapevolezza in una donna in stato vegetativo. La donna poteva sentire e rispondere mentalmente a certe domande dei ricercatori, i quali mantenevano contatto seguendo le risposte del cervello. Una scoperta importante in un campo eticamente delicato."

06 settembre 2006

Casi limite: violenza aborto e maternità a 11 anni


In Colombia una ragazzina di undici anni, violentata dal patrigno e incinta, non riusciva a trovare un medico che, nel pieno rispetto della legge, la facesse abortire. Nella nostra cultura sembra scontato ricorrere all’aborto in un caso del genere. Si risponde immediatamente no a queste domande: Può una ragazzina undicenne essere madre? E può una donna che abbia subito una violenza sessuale, accettare la gravidanza frutto di quella violenza?

Ma perché siamo sicuri che a undici anni un aborto sia meno traumatico di un parto? Perché un figlio ci sembra immediatamente una iattura, una condanna a vita?
L’operazione istintiva che compiamo è di spostare il luogo dello scandalo, che non è più la violenza sessuale, ma la gravidanza. L’aborto ci consente di rimuovere lo stupro, ci illude di riparare il male, traslato nella vita che nasce.

Eugenia Roccella oggi su Il Foglio racconta "di una ragazza di Capoverde, abusata appena adolescente, e rimasta incinta. Per mantenere la sua bimba, la ragazza era venuta poi a lavorare in Italia, e la sua unica angoscia era che l’uomo che l’aveva violentata potesse un giorno illegalmente portargliela via. Non c’era nesso, per lei, tra la violenza subita e la figlia: la bambina era vissuta anzi come un risarcimento, un bene segreto e tutto suo, un recupero della dignità calpestata.
Per la nostra cultura invece la maternità precoce è diventata più scandalosa del sesso precoce, infinitamente più di un eventuale aborto. Si reclama la diffusione della pillola del giorno dopo nelle scuole come una conquista di civiltà, come se l’unica cosa in grado di turbare un’adolescenza spensierata fosse il rischio di concepire.
Però si continua a ripetere, come una litania in una lingua di cui abbiamo smarrito il senso, che l’aborto per la donna è un trauma. Ma chi, oggi, lo crede davvero? Chi davvero pensa che l’aborto sia una ferita fisica e simbolica, qualcosa che tocca profondamente il cuore dell’identità di genere?"

Link correlati: La favola dell'aborto facile. Miti e realtà della pillola RU 486

01 settembre 2006

Avatar and Email-based Therapy


Il dr. Craig Kerley, in arte Kamenev - D. Craig Kerley, Psy.D. - Georgia Licensed Psychologist - dirige il Center for Positive Mental Health, che non esiste se non nella realtà virtuale di Second Life - Seconda Vita - un mondo online al quale si partecipa via internet. Il centro è rivolto soprattutto a chi soffre di fobia sociale e usa Seconda Vita come "La sola vita sociale possibile". Come ammesso dal direttore, l'obiettivo è non è fare terapia online, ma utilizzare il centro online per dare ai pazienti virtuali l'opportunità di muoversi con agio nella vita reale.
Milton Erickson, uno degli psicoterapeuti più in gamba della storia, era solito tenere il corpo come punto di riferimento, durante la psicoterapia, per ricondurre alla realtà naturale di sé i voli troppo alti e pericolosi della mente. Nell'aderenza al proprio corpo e nella relazione reale con gli altri i pazienti trovano la salvezza.