30 settembre 2005

Apprendimento? Dormici Sopra!

Come abbiamo visto nel post precedente (Come nasce la coscienza?) la coscienza si smorza, durante il sonno profondo, perché la aree cerebrali non comunicano fra loro. Eppure i livelli dell'attività neurale sono uguali o maggiori rispetto alla veglia. Come significa ciò?

Le regioni del cervello associate all'apprendimento mostrano un aumento di attività nelle persone che dormono dopo aver passato la serata ad approfondire una nuova capacità (Fonte: Huber et al. Local sleep and learning. Nature. 2004 Jul 1). Ciò dimostra che il sonno è prezioso per consolidare nuove informazioni e non costituisce semplicemente una modalità di "standby".

Sono stati misurati i segnali elettrici del cervello in soggetti che avevano giocato con un semplice videogame prima di andare a dormire (questo può interessare il nostro Frunti). Durante il sonno, nei soggetti che avevano imparato il gioco, una particolare regione del cervello nella parte superiore dell'emisfero destro mostrava maggiore attività del normale. L'effetto non era presente in coloro che non avevano giocato per la prima volta, il che dimostra che il sonno agisce sui circuiti cerebrali che durante il giorno sono stati cambiati, e non su quelli che sono stati semplicemente usati. Inoltre, le persone con maggior attività cerebrale notturna tendono ad ottenere migliori prestazioni la mattina dopo.

Riassumendo:
  1. La coscienza si spegne quando le aree del cervello non comunicano fra loro;
  2. Le aree che hanno imparato qualcosa durante la veglia (coscienza attiva) si attivano singolarmente durante il sonno (coscienza disattiva) per organizzare ciò che hanno imparato.




Come Nasce la Coscienza?

La coscienza dipende dall’abilità del cervello di integrare informazione. La dimostrazione puntuale di questa ipotesi arriva da un lavoro di ricercatori italiani alla University of Wisconsin-Madison (i nostri migliori cervelli sono all'estero, chissà perché?!) pubblicato sulla rivista Science. La scoperta non si limita a far luce sulle basi neurologiche del pensiero cosciente, ma potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici e terapeutici contro malattie psichiatriche che colpiscono la coscienza, come la schizofrenia.

“Il sonno è la più familiare alterazione della coscienza – ha dichiarato Tononi – accade ogni notte a tutti noi: ogni notte, quando cadiamo nel sonno profondo la nostra coscienza si smorza”. Questo avviene soprattutto nella prima parte della notte mentre nell’ultima parte prevale il sonno “leggero” in cui sogniamo (fase REM), che può essere associato a esperienze coscienti. Ecco perché i ricercatori hanno deciso di concentrarsi sulla fase di sonno profondo.

In pratica ciò che sembra temporaneamente spento durante il sonno profondo è la capacità delle varie aree del sistema nervoso centrale di interconnettersi l’una con l’altra; ciò va a supporto dell’ipotesi di Tononi secondo cui la coscienza si basa sull’abilità del cervello di integrare l’informazione. In altri termini si potrebbe dire che la coscienza sorge quando varie regioni del cervello parlano tra loro.

Fonte: Massimini M et al. Breakdown of cortical effective connectivity during sleep. Science 2005;39

29 settembre 2005

Gli Uomini e le Donne sono Meno Diversi di quanto si creda

I media ritraggono uomini e donne come due popolazioni psicologicamente molto diverse, ma queste differenze sono ampiamente sovrastimate e i due sessi sono in realtà molto più simili - in personalità, comunicazione, abilità cognitive e capacità di leadership - di quanto si ritenga. Soltanto nel comportamento motorio, in alcuni aspetti della sessualità e nell'aggressività fisica sono state rilevate differenze legate al sesso. Le differenze sembrano inoltre dipendere dal contesto in cui vengono misurate. Lo sostengono i risultati di 46 meta-analisi condotte nel corso degli ultimi 20 anni.
E' fondamentale sottolineare che i bambini soffrono le conseguenze dell'esagerazione con cui vengono promosse queste differenze. Secondo molti pregiudizi, per esempio, i bambini maschi vanno meglio in alcune materie - come la matematica - rispetto alle femmine. La meta-analisi ha invece rivelato che i due sessi ottengono prestazioni simili, ma le diverse aspettative di genitori e insegnanti possono influenzare l'autostima e i risultati degli alunni.

L'autore: Janet Shibley Hyde, "The Gender Similarities Hypothesis". American Psychologist, Vol. 60, No. 6 (2005). Se volete leggere l'articolo completo in inglese cliccate qui: The Gender Similarities Hypothesis.