Da uno studio su Nature - che ho segnalato qualche il 18 gennaio – è risultato che, assistere a una lieve tortura inflitta a una persona che è stata corretta con noi, provoca, sia negli uomini che nelle donne, l’attivazione delle aree cerebrali del dolore (corteccia fronto-insulare e corteccia anteriore cingolata), come se i partecipanti provassero in prima persona il dolore provato dalla persona osservata.
Invece, assistere a una lieve tortura inflitta a una persona che è stata scorretta con noi, provoca reazioni differenti negli uomini e nelle donne. Mentre le donne continuavano a essere empatiche e a compartecipare al dolore della persona osservata, gli uomini mostrano l’attivazione delle aree cerebrali di ricompensa, piacere, soddisfazione (il nucleus accumbens, ad esempio) ovvero le stesse aree accese dal cibo e dalle droghe.
Questa differenza nel pattern di attivazione cerebrale, se confermata, potrebbe indicare che l’uomo ha evolutivamente assunto un ruolo predominante nel mantenere la giustizia e stabilire punizioni per chi è scorretto nei confronti della comunità.
Fonte: Nature
22 gennaio 2006
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